La decisione del Governo di riaprire tutte le scuole dal 26 aprile p.v. costituisce un importante segnale di ripresa e di speranza. È anche una risposta al diffuso malessere di alunni e studenti provati dall’assenza prolungata dalla loro classe e dalla lontananza dai compagni e dai loro insegnanti, che la DAD ha surrogato soltanto in parte.
La pandemia, da questo punto di vista, ha messo in luce la centralità sociale del servizio scolastico, l’essenziale valore del sistema di rapporti e di relazioni che si intessono all’interno delle scuole, il significato che lo stesso assume nel processo di maturazione dei ragazzi e di costruzione della loro identità. Riaprire i cancelli e i portoni delle scuole è dunque un segnale importantissimo.
Ma gli istituti scolastici devono aprire alla condizione che siano garantiti tutti i requisiti di sicurezza necessari a dare tranquillità ai ragazzi, alle loro famiglie e agli operatori scolastici.
Tra queste condizioni quelle essenziali ci sembrano:
– Il mantenimento all’interno dell’istituto di tutte le norme previste dai Protocolli sicurezza, a partire dal distanziamento e dall’adozione corretta dei DPI disponibili;
– Il potenziamento del trasporto pubblico, utilizzato prioritariamente dagli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e il correlato controllo circa il rispetto del numero massimo di utenti trasportabili;
– Il tracciamento attraverso una campagna intensiva e regolare di tamponi, come sperimentato positivamente negli istituti scolastici di Bollate in provincia di Milano;
– il potenziamento del controllo da parte della vigilanza urbana e delle forze dell’ordine fuori delle scuole e presso i centri di smistamento degli studenti per evitare gli assembramenti.
La presenza di queste condizioni nelle diverse realtà provinciali è molto eterogenea. A questo si aggiunge che anche le condizioni strutturali degli edifici scolastici presentano situazioni molto differenziate. Negli edifici di più remota costruzione risulta spesso impossibile garantire a classi che si avvicinano o superano le trenta unità il necessario distanziamento.
Tutto questo spinge a ritenere poco realistica l’ipotesi di una riapertura generalizzata e totale. Ogni decisione avventata in tal senso, presa sulla spinta dell’entusiasmo o a seguito delle pressioni delle famiglie potrebbe provocare nuovi problemi.
È quindi necessario che il Ministero dell’Istruzione dia agli UU.SS.RR. e per loro tramite agli istituti scolastici indicazioni precise, che tengano conto delle diverse situazioni e che affidino all’autonoma determinazione degli istituti scolastici la responsabilità di individuare le soluzioni che consentano di contemperare il diritto a tornare tra i banchi con il dovere di garantire la sicurezza di tutti, anche se questo dovesse comportare l’accoglienza a scuola di percentuali ridotte di alunni rispetto alla loro totalità e il ricorso alla turnazione.
Sarà inoltre opportuno sapere se i tavoli provinciali istituiti presso le Prefetture potranno continuare ad assicurare il massimo possibile coordinamento delle iniziative interne ed esterne alle scuole.
A queste condizioni la ripresa delle attività didattiche in presenza costituirà, senza problemi, una leva strategica per la ripresa dell’intero Paese e troverà il massimo sostegno di questa Associazione.